Trasmissione radiofonica "Ho fatto un sogno"
IL PROGRAMMA
“Ho fatto un sogno” è il titolo di un nuovo programma che a
partire da oggi, alle ore 14.30 ci terrà compagnia dalle onde
della seconda rete regionale della Radio. Venti minuti di musica
ed incontri attraverso i sentieri sconosciuti dei sogni, alla
ricerca dello stretto legame che lega questi con la realtà del
sognatore. La trasmissione si dividerà in due momenti: il primo
vedrà la sceneggiatura musicale del sogno con il gruppo delle
Nemesiache e l’interpretazione di Elsa De Giorgi, Cristina Fayad,
Isa Danieli, Massimo Lanzetta e Conny Capobianco; il secondo
momento vedrà invece l’incontro con l’autore del sogno stesso. I
sognatori non sono stati scelti a caso, sono tutti personaggi
“pubblici” del mondo della scienza, dello spettacolo e dell’arte.
Un appuntamento alla settimana, per sei puntate avremo così la
possibilità di incontrare i sogni di Sergio Piro, Adele Cambria,
Mario Cecchigori, Lina Wertmuller, Ernesto Tatafiore, Lucio Amelio
e Carla Miccinelli.E’ solo un’idea per realizzare una trasmissione
originale, o vuole essere qualcosa di più? Lo abbiamo chiesto a
Lina Mangiacapre che, oltre ad essere l’ideatrice del programma,
ne è anche la conduttrice in studio, novello “Virgilio” per le
strade di un mondo “diverso” dalla realtà.
“Quello dei sogni è un campo di interesse che esiste da sempre. E’
una dimensione che viviamo al 50% della nostra esistenza, ma che
troppo spesso finiamo con l’ignorare. Una volta, c’era l’abitudine
di raccontarsi i sogni, adesso la gente non ne ha più il tempo e,
finisce con il perdere una grandissima parte della realtà stessa”.
Sogno come continuazione della realtà, o sogno come anticipazione
della realtà?
“L’uno e l'altro”. Esistono profondi legami fra la veglia ed il
sonno, non sono fantasie. E’ scientificamente provato che molte
persone hanno sogni di preveggenza. E' una cosa normale, - un
sesto senso come lo è il tatto o l’olfatto. Non è un caso che
alcune malattie mentali vengano curate con il sonno ed i sogni”.
La trasmissione è dunque un invito a recuperare il mondo dei
sogni?
“Sì, i sogni sono necessari alla vita stessa. Se vengono eliminati
l’individuo si ammala fa ricorso a surrogati artificiali, e tutto
questo solo per cercare un’altra dimensione. I sogni sono una
realtà che viene amputata. Il programma quindi vuole invitare
tutti a riconquistare i propri sogni, perché non sono parti
accidentali o superflue, ma è un importante territorio sommerso
che va riconquistato”.
Come è stato possibile concretizzare il sogno di un personaggio e
renderlo fruibile al pubblico?
“L’aver scelto personaggi conosciuti alla maggioranza ha, in un
certo senso, facilitato il mio compito. La sceneggiatura è legata
invece strettamente con una ricerca che sto conducendo nel campo
dei suoni. Il mio gruppo, le Nemesiache, sta proprio studiando la
relazione che esiste fra l’onirico e la musica. Un’immagine può
essere ascoltata oltre che vista. E poiché un sogno, è fatto
d’immagini, noi lo abbiamo tradotto in suoni e lo abbiamo reso
ascoltabile”.
Come?
“Attraverso una fusione di strumenti classici e strumenti moderni
di elementi antichi e nuovi per unire il passato con il futuro, il
mito con la fantascienza”.
Napolinotte
20 settembre 1984
Foto
non disponibile