Le biblioteche storiche napoletane
Si definiscono storiche quelle biblioteche che, confluite nei fondi della Nazionale, hanno conservato la propria identità, senza fondersi con le altre raccolte. Di origine diversa, sono accomunate dal fatto di essere sorte come biblioteche di pubblica utilità o di essere state destinate alla fruizione pubblica in un determinato momento della loro storia. Prima fra tutte la Brancacciana, inaugurata nel 1690 e rimasta a lungo la vera biblioteca della città, anche dopo l'apertura della Real Biblioteca. La sua nascita fu infatti un grande evento per tutti i cittadini napoletani che non avevano il privilegio di accedere alle vaste librerie conventuali. Pubbliche furono anche le tre biblioteche ottocentesche, fisicamente riunite al secondo piano della Nazionale in Palazzo Reale, la San Giacomo, la Provinciale e la San Martino; tutte ebbero proprie sale di studio, propri cataloghi e proprio personale. Non pubblica ma sorta come Biblioteca privata del re era la Biblioteca Palatina; eppure, dopo l'Unità, fu per volontà dei Savoia divisa tra le maggiori biblioteche della città, divenendo così, benché smembrata, di uso pubblico. Principalmente per tale motivo ci è parso opportuno inserirla in questo contributo, tanto più che, formatasi e sviluppatasi nel Palazzo Reale, non può non essere ritenuta una delle biblioteche storiche della città.