Nata in Istria

Gruppo 2010
Autore Anna Maria Mori
Editore Rizzoli, Milano
Tipo Saggio
Anno 2006
Data inserimento 29/11/2010

"In un viaggio nella memoria e nel cuore l'eredità di un terra perduta e di struggente bellezza"

Anna Maria Mori torna nella penisola in  cui è nata, un tempo Italia, oggi divisa tra Croazia e Slovenia. Pochi conoscono l'avvicendarsi di dominazioni e culture che ha segnato questo triangolo di terra stretto tra le Alpi e l'Adriatico: la Serenissima, l'Austria-Ungheria, Italia e, dopo la Seconda guerra mondiale, sotto la Jugoslavia, il tragico capitolo del regime di Tito con i gulag, le foibe, le violenze, l'esodo di massa, la nazionalizzazione dei "beni abbandonati" dagli esuli. Si voleva che non rimanesse traccia di Italia e di italiani, facendo sparire persino i nomi originari dei luoghi, delle vie e delle persone. Ma la memoria è più forte delle violenze, ed ecco che questo libro accoglie e dà voce alle testimonianze di chi abita ancora lì, gli italiani rimasti, e di chi invece fa parte dei trecentocinquantamila che nel 1947 dovettero prendere la via di un doloroso esilio.
Anna Maria Mori è stata una di loro, costretta a rinunciare alla propria casa e al proprio passato. Nata in Istria racconta il suo ritorno nella terra dove ha vissuto bambina, insieme alla famiglia, in un'età della vita nella quale volti, colori e sapori si imprimono per sempre nel carattere e nella mente. Passo dopo passo, ascolta, ricorda e scrive. E in questo percorso frastagliato e intenso, coraggioso e dolente, ricompone il puzzle identitario che è l'Istria, attraverso le sue cento fiabe, mille cucine e mille memorie, in un dialogo con gli esuli, i rimasti, i defunti. Un viaggio un po' sentimentale, molto storico, inevitabilmente politico, che è anche una dichiarazione d'amore alla bellezza di una terra immersa nel mare, incoronata di rocce bianche e pini scuri, da troppi amata e troppe volte perduta.

Anna Maria Mori  è nata a Pola. Inviata speciale per «la Repubblica» dalla fondazione al 1995, ha realizzato per Rai 3 la serie "Venti anni dopo" e per Rai 1 "Istria 1943-1993 cinqu'antanni di solitudine". Tra i suoi libri Nel segno della madre, Frassinelli, 1992; Bora (con Nelida Milani), Frassinelli, 1999; Gli esclusi. Storie di italiani senza lavoro, Sperling & Kupfer, 2001; Femminile irregolare. Uomini e donne aggiornamenti sull'uso,  Sperling & Kupfer, 2002; Lasciami stare,  Sperling & Kupfer, 2003. 

(da: seconda, terza e quarta di copertina) 


Claudio Tolomeo, Cosmographia, Ms., sec. XV (1460-66), Europa, Tab. VI


Biblioteca Nazionale di Napoli, ms. V. F. 32
Claudio Tolomeo, Cosmographia, Ms., sec. XV (1460-66), Europa, Tab. V

da: www.bnnonline.it/


Nascere in Istria

Che cos'è, dov'è l'Istria? Fino a poco tempo fa bastava uscire dai confini di Trieste perché nessuno lo sapesse, o quasi. Al più, l'Istria, piuttosto che a una dimensione fisica, geografica e storica, a una terra, come tutte le terre del mondo, fatta di case e di cose, di uomini e donne, di contadini e marinai, di campanili (a punta) e cimiteri, di Storia e storie, di poesie e leggende, di miti e riti, di tradizioni e magari anche superstizioni, di odori e sapori, era stata ridotta alla miseria di un'unica dimensione: quella politica. Era un po' come se tutti si fossero trovati sdraiati sul lettino di uno psicoanalista: «Se dico Istria, lei a che cosa pensa?» e il paziente, se era di sinistra, era subito pronto a rispondere «fascismo, fascisti», se invece era di destra «persecuzioni e stragi comuniste, foibe, esodo forzato di italiani innocenti».
Nient'altro: a quel triangolo di terra con i pini che, incuranti della Storia, si chinano oggi come si chinavano ieri ad accarezzare un Adriatico che in nessun altro posto è così verde e trasparente nella cornice delle sue rocce lisce e bianchissime, per cinquant'anni non si è voluta riconoscere nessun'altra possibile identità. Non si è meritato neanche un po' di curiosità: dimmi, com'era, com'è?
Persa, cancellata la memoria dei nomi, dei luoghi, dei monumenti romani, bizantini, veneti, le tracce eleganti della dominazione austroungarica. Persa la sua musica, l'ingenuità delle sue fisarmoniche, la sua cucina saporosa e un po' pesante, le sue feste popolari e religiose. Perso anche quel diritto che viene da Dio o dalle fate, e che nessuna vicenda politica dovrebbe poter cancellare, ed è il diritto alla bellezza: perché l'Istria non è solo una tragedia umana e politica come molti ormai sanno, l'Istria, come invece sanno ancora in pochi, è soprattutto bella.
Vale per lei quello che ha scritto Camus: «La bellezza, senza dubbio, non fa le rivoluzioni, ma viene un giorno in cui le rivoluzioni hanno bisogno della bellezza». Vale, credo che debba valere, soprattutto adesso che dopo cinquant'anni finalmente l'Istria e gli istriani hanno avuto la loro «Giornata del Ricordo», ed è successo che il ricordo sembra essere solo quello orrendo e straziante delle foibe: quelle nere cave carsiche in cui l'odio etnico più ancora che politico ha scaraventato migliaia di innocenti legati tra loro con il filo di ferro ai polsi. Vale più che mai adesso che in Italia l'Istria ha smesso di essere una parola sconosciuta e misteriosa, adesso che se dici «Istria» tutti sono pronti a risponderti, Ma la risposta è una sola: «foibe», E l'Istria, povera Istria, invece del profumo leggero della salvia che delinea il tracciato delle sue strade fra i sassi, sembra destinata a emanare soltanto l'odore insopportabile di cadaveri decomposti.
Nascere in Istria. Ed è il destino di portarsi dentro, incomunicabile, segreta, quasi indicibile, una diversità che, quando la pensi, diventa anche un dolore e, come tutti i dolori veri, è persino fisico: una piccola fitta allo stomaco, il respiro che improvvisamente ti manca. Fino a poco tempo fa interpretavi questo dolore come il mancato riconoscimento dell'ingiustizia e della violenza subita.

(pp. 9-10)

Si segnalano gli articoli:
M. Innocente, Un ritorno sofferto in Istria, «Il Sole 24 ore», 19 febbraio 2006, p. 34
M. Giammuso, Ritorno in Istria, «La Gazzetta del Mezzogiorno», 19 febbraio 2006, p. 29
C. Marin, Il mio viaggio nella memoria e il mio orgoglio: sono istriana, «QN», 9 febbraio 2006, p. 26


Claudio Tolomeo, Cosmographia, Ms., sec. XV (1460-66), Europa, Tab. V

Biblioteca Nazionale di Napoli, ms. V. F. 32
Claudio Tolomeo, Cosmographia, Ms., sec. XV (1460-66), Europa, Tab. VI

da: www.bnnonline.it/


Collegamenti

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