Donne in cammino. Racconti
È arduo inglobare in un unico sistema i vissuti di questi dodici testi, e non vogliamo farlo, perché "Donne in cammino" è una provocazione e lo scandalo della differenza ne è la rappresentazione riuscita.
I temi qui raccolti sono tanto atavici quanto attuali e singolari: lo stupro infantile, il silenzio, la denuncia e l'incredulità, i litigi di una famiglia allargata, l'emigrazione, il lavoro, l'amore, la guerra, la nostalgia e la ferita del tradimento, la follia e le case di cura, la fecondazione assistita, la coppia e i punti di vista, l'emancipazione, il cancro, la malattia e le sue tracce, i suoi silenzi, la casa dove i nonni muoiono soli, ma anche la riscoperta del corpo, della favola, della tenerezza, dell'ironia, della danza, dell'armonia.
Le diramazioni delle orme femminili qui convenute sono molteplici: scolare, sorelle, figlie e madri, nonne e nipoti, insegnanti, contadine, macchiniste, amanti, mogli, sirene, ma anche donne pazze, autentiche e sole, donne che iniziano il loro cammino con un salto, ingenue, curiose, viaggiano o restano, senza mai smettere di chiedersi dove sono, rifiutano di sentirsi gettate e per questo si percepiscono, si difendono, si allontanano, poi ritornano, si trasformano, si liberano.
Se un filo comune c'è, questo è da trovarsi nel coraggio dello sguardo.
Uno sguardo mai esente dal conflitto, come quello di Antigone, o quello di Eva. Il frutto dell'albero della conoscenza non è mai un inconveniente. È un fatto, il sapore del frutto che queste donne hanno appreso, anche a prezzo di un'ingiustizia, di una violenza, di un dolore, di una separazione.
Si tuffano subito fuori per poi tuffarsi dentro. Partono con la stessa determinazione con la quale tornano. Il corpo e la casa segnano i confini di un dentro che non è mai disgiunto dal fuori. La strada è la risalita. [...]
Gianni Fiorito, Acciaieria
foto da: Gianni Fiorito, Bagnoli. Cronaca di una trasformazione. Catalogo della mostra, Napoli, Castel dell'Ovo, marzo-aprile 2002. Milano, F. Motta, 2002, p. 49
Sembra di vedere gli occhi spalancati con cui vennero al mondo: donne dagli sguardi attenti che la disattenzione partorisce, la violenza restringe, il dolore divide, eppure si incontrano, e si riscoprono dopo ogni viaggio, trasformate. Dentro un cammino in cui partenza e meta coincidono, non smettono di amare la vecchia casa e di riconoscere, sorprese e commosse, il loro nuovo corpo. Vi sono donne che la vita ha reso nomadi, e che pure amano uomini sedentari. La scelta di non smettere di vivere amando è ciò che rende queste donne vincenti. Sebbene siano catturate guardate vivisezionate violentate ignorate calunniate curate e dimenticate, le donne si liberano del passivo e riescono a non smettere di vivere, camminando.
Le donne in cammino sono come pozzi, acque affluenti nel sottosuolo.
Per questo, l'unico episteme che le può accomunare ha una doppia faccia: l'incontro e il coraggio.
Sono di sicuro donne capaci di incontrarsi, le autrici di questa raccolta.
(da: Francesca Picone, Una provocazione riuscita, p. 11-13)
Gianni Fiorito, Veduta di Bagnoli con la candela di agglomerato e la torre di spegnimento
foto da: Gianni Fiorito, Bagnoli. Cronaca di una trasformazione. Catalogo della mostra, Napoli, Castel dell'Ovo, marzo-aprile 2002. Milano, F. Motta, 2002, p. 5
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