Salotti e ruolo femminile in Italia tra fine Seicento e primo Novecento
La conversazione, il salotto, i luoghi della socialità aprono affascinanti prospettive nello studio della “civilizzazione” europea tra Settecento e Novecento. Tra storia della cultura, storia della politica e “gender history”, i contributi presenti nel volume rileggono da una particolare angolazione gli ultimi due secoli delle vicende italiane, ricostruiscono ruoli e percorsi di donne dedite a coltivare la civiltà della conversazione in salotti aristocratici e poi borghesi, ove circolarono correnti di opinione filosofica e letteraria, dove si alimentò la passione patriottica e dove infine maturarono, allo schiudersi del Novecento, modelli di un nuovo impegno politico.
Maria Luisa Betri insegna Storia Contemporanea nella Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università degli studi di Milano: Ha pubblicato numerosi studi su aspetti e problemi della storia della società italiana tra Ottocento e Novecento. Nell'ambito dei suoi più recenti interessi di ricerca sulle donne primarie di scrittura ha curato con Daniela Maldini Chiarito, i volumi “Dolce dono graditissimo”. La lettera privata tra Settecento e Novecento, Milano, Franco Angeli, 2000 e Scritture di desiderio e di ricordo. Autobiografie, diari, memorie tra Settecento e Novecento, Milano, Franco Angeli, 2002.
Elena Brambilla, insegna Storia Moderna presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università degli studi di Milano: I suoi prevalenti interessi di ricerca riguardano la storia delle università e delle professioni liberali, la storia della medicina e delle istituzioni scientifiche, la storia dei tribunali ecclesiastici e dell'inquisizione, la storia delle donne. È autrice di molti saggi e del volume All'origine del sant'Uffizio. Penitenza, confessione e giustizia spirituale dal Medioevo al XVI secolo, Bologna, Il Mulino, 2000.
(dalla quarta di copertina)
Dall'indice: Premessa - FONTI E QUESTIONI DI METODO - Maschile, femminile: l'identità di genere nei salotti di conversazione di Maria Teresa Mori; Leggere in salotto: le funzioni della lettura nei ricevimenti mondani tra Sette e Ottocento di Maria Iolanda Palazzolo; La memoria femminile negli archivi: i salotti attraverso i carteggi {secolo XVIII) di Alessandra Contini; - IL SETTECENTO - Presenze femminili: fuori e dentro l'Arcadia di Elisabetta Graziosi; La «nobile servitù». Donne e cicisbei nel salotto genovese del Settecento di Calogero Farinella; Salotti in una città cosmopolita. Gentildonne e conversazioni nella Torino del secondo Settecento di Andrea Merlotti; Socialità, conversazioni e casini nella Venezia del secondo Settecento di Tiziana Plebani; Socialità e salotti a Roma tra Sei e Settecento di Renata Ago; I salotti romani del Settecento: il ruolo femminile tra politica e cultura di Maria Pia Donato; Dal salotto di casa Saibante all'Accademia degli Agiati: l'avventura intellettuale di una donna nella Rovereto settecentesca di Gian Paolo Romagnani; Tavola rotonda di Silvana Raffaele, Benedetta Borello, Elisabetta Graziosi Gennaro Barbarisi, Carlo Capra, Claudio Donati; - L'OTTOCENTO PREUNITARIO - Le «conversazioni letterarie» attraverso i carteggi femminili: alcuni esempi nel Veneto tra fine Settecento e fine Ottocento di Adriana Chemello; Due salotti del Risorgimento di Daniela Maldini Chiarito; Genere e salotti nella Napoli preunitaria di Marco Meriggi; I salotti genovesi nell'età del Risorgimento di Maria Elisabetta Tonizzi; Le donne nei salotti bolognesi del primo Ottocento tra politica e loisir di Fiorenza Tarozzi e Elena Musiani; Extraterritorialità, liberalismo e filantropia: i salotti delle straniere a Napoli nell'Ottocento di Daniela Luigia Caglioti; Il salotto di Gesualda e Cesira Pozzolini nella Firenze del 1859 di Maria Adele Signorini e Agnese Visconti; - DOPO L'UNITÀ: DALLA SOCIALITÀ ALLA POLITICA - Pasqualino Villari nel salotto di Emilia Peruzzi di Maria Luisa Cicalese; Il 'salotto' di Anna Kuliscioff di Maurizio Punzo; Dal salotto al cenacolo: intellettualità femminile e modernismo di Roberta Fossati, Il salotto di Margherita Sarfatti di Simona Urso; Il salotto di Ersilia Caetani Lovatelli a Roma di Paola Ghione; Il salotto delle sorelle Lombroso di Luisa Ricaldone; -INTERVENTI DI DISCUSSIONE- Questioni di salotto? Sfera pubblica e ruoli femminili nel Settecento di Marina Caffiero; Salons francesi e salotti italiani: proposte di confronto di Benedetta Craveri; Dalle «conversazioni» ai salotti letterari (1680-1820) di Elena Brambilla; Salotti dell'Ottocento: qualche riflessione di Simonetta Soldani.
Vera Maone, Tubazioni di vapore
foto da: Vera Maone, Bagnoli. Lo smantellamento dell'Italsider, Milano, Mazzotta, 2000, p. 25
Il volume raccoglie gli atti del convegno dedicato a Salotti e ruolo femminile in Italia tra fine Seicento e primo Novecento, svoltosi a Milano dal 23 al 25 gennaio 2003 per iniziativa del Dipartimento di scienze della storia e della documentazione storica dell'Università degli studi di Milano e delle Raccolte storiche del Comune di Milano.
L' interesse ad approfondire il tema del salotto, che apre affascinanti prospettive sulle vicende della «civilizzazione» tra XVIII e XX secolo, è maturato nell'ambito di un gruppo di ricerca che, prese le mosse dallo studio delle forme di comunicazione privata, soprattutto femminile, espresse in lettere, diari: memorie, autobiografie, è giunto a considerare la più ampia forma di comunicazione sociale e politica rappresentata dal salotto, dalle donne che lo animavano, dalla varietà delle sue frequentazioni. Viene così messa in rilievo la caratteristica più interessante di questo luogo di socialità, nel quale l'arte della conversazione lascia gradatamente il posto a un più intenso scambio di idee e di valori, in un intreccio dei piani della storia politica, letteraria, culturale e di genere.
Il ruolo assunto anche in Italia, tra fine Seicento ed inizio Novecento, da figure femminili mediatrici e organizzatrici di cultura nei salotti aristocratici e poi borghesi in una sfera distinta sia da quella dell'intimità domestica, sia da quella propriamente politica è stato l'asse tematico intorno al quale si sono andati articolando i numerosi contributi. Da un lato, infatti, le animatrici di raffinati circoli intellettuali di impronta aristocratica seppero creare spazi in cui trovarono espressione e circolarono nuove correnti di opinione filosofica, letteraria e politica; dall'altro, reinterpretando modelli di vita e di relazione mutuati dall'antico regime, resero socialmente accettabile la figura di donna colta, educata e letterata, in grado di influenzare mentalità e atteggiamenti collettivi e di imporre una più equilibrata concezione dei rapporti di genere. […] I saggi in apertura affrontano, con un taglio più generale, alcune questioni relative alle dinamiche di genere nei ritrovi salottieri, ai loro rapporti con la pratica della lettura, alla sedimentazione del loro ricordo nei carteggi femminili. Il gruppo di contributi compresi nella sezione settecentesca indaga, in alcuni significativi casi di studio, i tratti costitutivi della «civiltà della conversazione» dall'impronta letteraria e quasi esclusivamente aristocratica, nella quale il ruolo femminile, finita la «grande reclusione» domestica e conventuale d'età spagnola, riacquistava una presenza significativa. Nell'apogeo del salon letterario, che si colloca nell'età napoleonica, già si prefigura la confluenza di passione letteraria e patriottica che costituirà l'impronta più evidente dei salotti dell'Italia preunitaria. Nell'ampia periodizzazione del lungo Ottocento, la scansione degli scritti compresi nella seconda sezione del volume è segnata dall'Unità, cesura politica per eccellenza della vicenda italiana del XIX secolo. Nei salotti ottocenteschi, pur diversamente disponibili alla commistione tra componenti aristocratiche e borghesi, e nei quali la conduzione femminile si è spesso incarnata in figure di rilievo dell'età risorgimentale e postunitaria, è il linguaggio politico a costituire la nota prevalente sulle pratiche più consuete dei ritrovi di conversazione: sia che esso si sia espresso nell'opinione liberale e in aspirazioni indipendentistiche, sia che, nella seconda metà del secolo, abbia dato voce a una sorta di autoriflessione di molti tra i maggiori esponenti della classe dirigente.
Nei saggi in chiusura del volume, infine, si delinea il declino della cifra di socialità aristocratico-borghese del salotto sette-ottocentesco, in cui la vocazione femminile era stata fortemente mediata dall'improvvisazione letteraria e dalla passione patriottica, mentre si profila agli inizi del Novecento un nuovo modello di donna dal più aperto impegno politico, declinato molto spesso nelle forme del filantropismo laico e alimentato dalle istanze del nascente emancipazionismo.
da: Premessa di Maria Luisa Betri ed Elena Brambilla, pp. IX-X)
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