Primavera silenziosa

Gruppo 2019
Autore Rachel Carson
Editore Feltrinelli, Milano
Anno 1999
Data inserimento 03/01/2020

È raro che un libro riesca a modificare il corso della storia, eppure questo saggio è riuscito a farlo. "Il libro di Rachel Carson, pietra miliare dell'ambientalismo, è la prova innegabile di quanto il potere di un'idea possa essere di gran lunga più forte del potere dei politici": così scrive nella sua Introduzione Al Gore, vicepresidente degli Stati Uniti nell'amministrazione Clinton.
Carson previde con forte anticipo sui tempi gli effetti delle tecniche impiegate in agricoltura, dell'uso degli insetticidi chimici, e di sostanze velenose, inquinanti, cancerogene o letali, sull'uomo e sulla natura. Dopo la pubblicazione dell'opera nel 1962, il ddt è stato vietato e si sono presi una serie di provvedimenti legislativi in materia di tutela ambientale. L'appassionato impegno, lo scrupoloso rispetto della verità e il coraggio personale della sua autrice sono serviti da modello nella lotta per la difesa dell'ambiente in tutto il mondo, e lei stessa può essere considerata madre del movimento ambientalista. Primavera silenziosa, che è ormai un classico e conserva tuttora una grandissima attualità, dimostra che esistono varie alternative all'irresponsabile e impudente avvelenamento del pianeta da parte delle industrie chimiche, e che il lavoro congiunto di entomologi, patologi, genetisti, fisiologi, biochimici ed ecologi suggerisce soluzioni biologiche, basate sulla conoscenza degli organismi viventi. Per evitare che la primavera scompaia dalla faccia della Terra.

Rachel Carson (1907-1964), biologa marina, ha pubblicato diversi libri sulle sue osservazioni della vita sottomarina, tra cui Il mare intorno a noi (Einaudi 1973). 

Primavera silenziosa

Rachel Carson
foto da: www.almacabio.com

La storia della vita sulla Terra è la storia dell'interazione tra gli esseri viventi e la natura circostante. L'ambiente esterno ha avuto una grande importanza nel plasmare la morfologia e il comportamento del regno vegetale ed animale. Al contrario, da quando la Terra esiste, gli esseri vienti hanno modificato, l'ambiente in misura trascurabile; soltanto durante il breve periodo che decorre dall'inizio di questo secolo ai giorni nostri, una sola "specie" - l'uomo - ha acquisito una notevole capacità di mutare la natura del proprio mondo.

Nel corso degli ultimi 25 anni questo potere non solo è diventato tanto grande da costituire un pericolo, ma ha assunto anche un aspetto completamente nuovo. Il più allarmante assalto, fra tutti quelli sferrati dall'uomo contro l'ambiente, è la contaminazione dell'aria, del suolo, dei fiumi e dei mari con sostanze nocive e talvolta mortali. Questo inquinmento è, nella maggior parte dei casi, irreparabile; le sequenze di reazioni da esso scatenate, sia nel mondo che deve alimentare la vita, sia nella vita stessa dei tessuti, sono per lo più irreversibili. In questa contaminazione ormai universale dell'ambiente, gli agenti chimici diventano sinistri, e non sempre noti, coauditori delle radiazioni nel trasformare la natura reale del mondo - la natura reale della vita. Lo stronzio 90, sprigionato da un'esplosione nucleare nell'atmosfera, scende sulla Terra insieme con la pioggia oppure, per spontanea ricaduta (foll-out), si deposita al suolo, è assorbito dalle erbe, dal frumento e dal granoturco, ed infine prende stabile dimora nelle ossa dell'uomo, dove resta finchè c'è un alito di vita. Analogamente, certe sostanze chimiche irrotate sui terreni coltivati, nei boschi e nei giardini resrano per lungo tempo sul suolo, e penetrano negli organismi viventi, che si contagiano l'un l'altro in una incessante catena di intossicazione e di morte. Oppure esse filtrano misteriosamente nelle correnti sotterranee per riemergere più tardi e, grazie alle trasformazioni operate dall'aria e dalla luce solare, combinarsi in nuove forme che uccidono la vegetazione, ammorbano il bestiame e diventano un'ignota minaccia contro la vita di coloro che si avvicinano ad una fonte per dissetarsi. "L'uomo," come ha detto Albert Schweitzer, "riesce raramente a ravvisare gli aspetti diabolici delle proprie creazioni."

Sono state necessarie centinaia di milioni d'anni perchè la vita sulla Terra assumesse la forma che oggi conosciamo - un enorme lasso di tempo in cui lo sviluppo, l'evoluzione e la differenziazione delle specie ha raggiunto uno stadio di adeguamento e di equilibrio con il mondo circostante. L'ambiente, che plasmava e regolava la vita, conteneva elementi utili per certi aspetti, ma pur ostili allo svolgersi di essa: certe rocce emettevano radiazioni pericolose; anche nella luce solare erano presenti raggi di piccola lunghezza d'onda, particolarmente insidiosi. Ma, con il passare del tempo - un tempo che non va misurato in anni, ma in millenni - la vita vi si è assueffatta e ha raggiunto l'attuale equilibrio. Giacchè il tempo è un fattore fondamentale; ed è proprio il tempo che manca nel mondo moderno.

La rapidità dei mutamenti in atto e la velocità con cui si producono situazioni sempre nuove derivano non già dal susseguirsi degli eventi naturali. ma dalla smania violenta ed avventata dell'uomo. Le radiazioni non sono più soltanto costituite dalle radiazioni di fondo sprigionate dalle rocce, o dal bombardamento di raggi cosmici, o dalle radiazioni ultraviolette della luce solare che esistevano anche prima della comparsa di qualsiasi germe di vita sulla Terra; sono ora il frutto innaturale della manomissione dell'atomo da parte dell'uomo. Le sostanze chimiche alle quali la vita ha fatto ricorso per raggiungere il suo assetto attuale non sono più soltanto il calcio, il silicio, il rame ed i minerali provenienti dalle rocce e trasportati dai fiumi verso il mare; oggi esse sono ottenute per sintesi grazie all'inventiva umana, nascono nei laboratori scientifici senza che ne esista un corrispondente in natura.

Per assuefarsi a queste sostanze chimiche sarebbe necessario un periodo di tempo misurabile sulla scala degli eventi naturali; occorrerebbero molte generazioni e non già i pochi anni della vita di un uomo. Ma, quand'anche - per un miracoloso concorso di circostanze - si realizzasse questa eventualità, si tratterebbe pur sempre di un beneficio fittizio poiché, frattanto, i nostri laboratori continuerebbero a produrre incessantemente altre nuove e pericolose sostanze. 

(da pag. 26-28, Cap. II: Il dovere di sopportare)


Collegamenti
  1. Bibliografia Rachel Carson
  2. Rachel Carson e la nascita dell'ambientalismo
  3. 27 maggio 1907: Rachel Carson e la primavera silenziosa
Primavera silenziosa
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