L'arte della cucina sovietica. Una storia di cibo e nostalgia
Anya von Bremzen lascia l'Unione Sovietica nel 1974. Ha poco più di dieci anni ed è al seguito dell'indomita madre Larisa che, da sempre insofferente alle stramberie del regime, prende una volta per tutte la decisione di emigrare il giorno in cui, in mancanza d'altro e di incarti di qualsivoglia natura, è costretta a portarsi a casa in mano un pezzo sanguinolento di carne di balena. Dall'Urss della stagnazione Anya si ritrova così nell'America dell'abbondanza, i cui supermercati zeppi di ogni prelibatezza suscitano negli esuli sovietici reazioni che vanno dal pianto di gioia alla paralisi di smarrimento. Ma per Anya bambina il cibo, spogliato del piacere della conquista, perde di colpo la sua magia. Finché, a diversi anni di distanza, non le viene per caso l'idea di scrivere un libro di ricette russe...
Frutto maturo di quella passione ritrovata, L'arte della cucina sovietica mescola il tema cultural-gastronomico alla rievocazione di tragedie collettive e a memorabili frammenti di vita famigliare. Impossibile non tenere il fiato sospeso per il nonno, affascinante agente segreto coinvolto in rocambolesche imprese di guerra, e non ritrovarsi stizziti davanti all'ennesimo scivolone del padre, sdentato donnaiolo di abitudini oblomoviane.
Delle grandi figure politiche del Novecento non manca nessuno: c'è Lenin, con la sua ascetica moderazione nel bere e nel mangiare; Stalin, con i suoi sontuosi banchetti in barba alla popolazione affamata; Chruščëv, con la sua comica ossessione per il granturco; Brežnev, con il suo tipico immobilismo anche di fronte ai negozi vuoti; e Gorbačëv, con la sua impopolare crociata contro gli alcolici. Chiude la carrellata Putin, che, nella satolla Russia degli eccessi, per i pranzi del Cremlino sceglie una raffinata frugalità con richiami alla tradizione.
Chi, ingolosito dalla lettura, volesse poi un assaggio concreto della cucina sovietica, potrà mettersi ai fornelli e sperimentare le ricette contenute nell'ultima parte del libro, una per ogni decennio raccontato.
foto da: L'arte della cucina sovietica: una storia di cibo e nostalgia, nonni materni, Liza e Naum Frumkin, intorno al 1929, pag.12
Anya von Bremzen è nata a Mosca nel 1963 ed è emigrata in America con la madre nel 1974, come profuga ebrea. Si è affermata negli Stati Uniti a partire dagli anni Novanta come autrice di libri di cucina. I suoi bestseller gastronomici, tre volte vincitori dei James Beard Awards, si distinguono per la loro attenzione al contesto storico e sociale dei cibi e dei piatti di volta in volta descritti e per il taglio etnico-comparativo delle selezioni proposte. Collabo-ra con «Food&Wine» e «Saveur» e ha scritto per il «New Yorker», «Departures» e il «Los Angeles Times». L'arte della cucina sovietica è il suo primo libro pubblicato in Europa (oltre che nel nostro paese, è uscito in Germania e Olanda).
Indice: Prologo «Madeleines» avvelenate; Parte prima - Feste, fame e favole: Anni Dieci: gli ultimi giorni degli zar; Anni Venti: la torta di Lenin; Parte seconda - Larisa: Anni Trenta: grazie, compagno Stalin, per la nostra infanzia felice; Anni Quaranta: di pane e pallottole; Anni Cinquanta: buono e sano; Parte terza - Anya: Anni Sessanta: granturco, comunismo, caviale; Anni Settanta: la maionese della mia patria; Parte quarta - Ritorni: Anni Ottanta: Mosca vista attraverso un bicchierino di vodka; Anni Novanta: banchetti interrotti; XXI secolo: benvenuti a Putinland; Parte quinta Imparare l'arte delle ricette sovietiche: Anni Dieci: kulebjaka; Anni Venti: gefilte fish; Anni Trenta: kotlety; Anni Quaranta: kartočki; Anni Cinquanta: čanachi; Anni Sessanta: pane di mais per Chruščëv; Settanta: insalata Olivier; Anni Ottanta: super borse di papà; Anni Novanta: palov; XXI secolo: bliny; Fonti bibliografiche; Note; Nota dell'autrice; Nota sulla traslitterazione dei termini russi di Elisabetta Spediacci; Ringraziamenti.
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