Davide e Golia. La primavera delle economie diverse
Diverse, alternative, etiche, solidali, sostenibili, locali. Sono alcuni dei termini che definiscono le esperienze socio-economiche di cui questo volume parla. Attraverso un approccio riflessivo, che vede ricercatori e attori impegnati in un comune sforzo interpretativo, il libro indaga il rapporto con il territorio, con i saperi, con le forme del lavoro e le implicazioni ideali e politiche di gruppi di produttori e consumatori critici che con la loro iniziativa rappresentano una reazione di autodifesa della società ma anche una persistenza di forme non capitalistiche di attività economica e produttiva. Le analisi ricollocano il conflitto su un piano simbolico e antropologico facendo emergere le sfide lanciate al paradigma dell'Homo oeconomicus. Alla tendenza a "valorizzare" la vita delle persone a fini produttivi viene opposta una diversa valorizzazione delle persone e la creazione di spazi di soggettività, di crescita, di autonomia. I protagonisti di queste storie re-interpretano l'intreccio tra bisogni e desideri, tra limiti e risorse, tra necessità e lussi, tenendo ferma la ricerca di un orizzonte di felicità o di responsabilità che parte dal piccolo ma non rinuncia a pensare in grande creativamente.
Contributi di: Marco Aime, Paolo Angelini, Lucia Bertell, Davide Biolghini, Federica de Cordava, Marco Deriu, Antonia De Vita, Francesca Forno, Giorgio Gosetti, Deborah Lucchetti, Anna Paini, Anto-nietta Potente, Alessio Surian.
Indice: Prefazione - Il limite e la sproporzione. Nel mercato grande delle economie diverse di Atonia De Vita; Ringraziamenti; Introduzione - Nuovi soggetti dell'economico di Lucia Bertell, Marco Dertu, Atonia De Vita, Giorgio Gosetti; Parte prima – Il pensiero delle pratiche materiali da una ricerca: Introduzione, Lucia Bertell, I territori delle economie diverse, Lucia Bertell, Verso un'intelligenza compositiva. Il comune multiplo politico delle economie solidali, Marco Deriu, In sintonia con il vivente. Educarsi e formarsi crescendo ecreando, Antonia De Vita; Organizzazione e qualità del lavoro nelle "economie diverse", Giorgio Gosetti; Parte seconda – Il pensiero delle pratiche materiali da una ricerca: Introduzione, Marco Deriu, Nuove pratiche economiche e movimenti sociali, Francesca Forno; Lavori e diritti: rivestirsi di giustizia, Deborah Lucchetti; Reti di pratiche e reti di ricerche, Davide Biolghini, La genesi di un'esperienza: lo stato nascente di un DES, Alessio Surian e Paolo Angelici; II turismo responsabile: esperienza di rete locale a Verona, Anna Paini; Parte terza – Alla ricerca di nuove “Pratiche di pensiero”: Introduzione, Giorgio Godetti; Beni materiali e immateriali tra uso e consumo. La complessità dei moventi nelle esperienze di economie diverse, Federica de Cordava; Cosmologie del vivir bien. Confronti e conflitti tra universi simbolici, Antonietta Potente; Tre diamanti. Broker e stregoni: immagini del primitivo, Marco Aime; Bibliografia; Gli autori.
Diverse, alternative, etiche, solidali, sostenibili, locali. Sono alcuni dei termini che definiscono le esperienze socio-economiche di cui Davide e Golia. La primavera delle economie diverse parla.
Entrando nei laboratori di queste economie che preferiamo chiamare "diverse", scopriamo pratiche, visioni e linguaggi, utopie concrete e immaginazione sociale di un mercato abitato e reso vivo da donne e uomini che riaprono, con moventi e movenze "sproporzionati", l'interpretazione dominante imposta dal capitalismo. Un mercato variegato e complesso dove la pluralità di voci, di corpi, di lingue e beni in movimento stanno al posto di un'idea di mercato per voce sola, diventato oramai spazio desolato e inospitale dove alle persone che fanno economia - e società vera - in carne e ossa si preferisce il sistema economico con i suoi rituali e il suo triste refrain sul profitto.
Nel "mercato" frequentato in questi anni grazie alla nostra ricerca abbiamo incontrato consumatori e produttori critici, soggetti dell'economico che hanno creato tempi e spazi di scambio per far emergere interpretazioni della dimensione economica e che hanno restituito grandezza e dignità al mercato. Ancor più a chi ci va per scambiare di tutto: non solo beni, ma anche parole e relazioni, culture e saperi con storie e memorie di territori differenti che si smarcano dal vendere e comprare passivamente simulacri di beni. In questo mercato delle economie diverse si sono risvegliati nuovamente i tanti sensi dell'economico che riecheggiano nelle storie di mercati di altre parti del mondo e che l'Europa ha conosciuto fino alla fine del Medioevo, agli albori del capitalismo.
foto da: www.scuolissima.com
Se la radice etimologica di economia ci conduce al governo della casa intesa come economia domestica, la sua ascendenza teologica riconduce il significato di economia ai concetti di gloria e di provvidenza che riaprono l'economia anche in verticale, restituendoci delle dimensioni del management e della gestione, del guadagno e del profitto una concezione che sopravanza nettamente l'attuale e restrittiva lettura e che ricolloca anche il fattore monetario nella sua giusta posizione, né al centro né alla periferia. Nell'Europa medievale, fra tradizione monastica e successive nuove sensibilità spirituali che maturano nel XII e XIII secolo, si costruisce una grammatica e una sintassi del linguaggio economico giunto fino a noi. Con il francescanesimo e il movimento beghinale l'economia e il mercato vengono tematizzati a partire dalla povertà come via di perfezione, e dalla libertà dello spirito intesa come libertà di amare. A noi - con il nuovo spirito del capitalismo degli ultimi trent'anni, e con la sua autoritaria pedagogia del capitale che dispone e impone lo scambio strumentale tra i beni e le relazioni viventi - è arrivata la libertà surrogata del libero mercato. Uno pseudonimo di libertà che ha rimpicciolito la concezione grande del mercato e delle sue tante forme di scambio (come il dono, la reciprocità, l'utilità) nella paradossale retorica di renderlo sconfinato e senza limiti.
Davide e Golia ovvero il gioco delle forze: Come il giovane Davide, il variegato mondo che compone i laboratori delle economie diverse (GAS, RES, DES, produttori e consumatori critici, bilancisti di giustizia, decrescenti felici, realtà associative, banche del tempo, ecc.) lancia una sfida e apre un conflitto su un piano simbolico e antropologico al potente Golia, il paradigma egemone dell'homo economicus. La lotta è impari, ma gli esiti possono essere inattesi e sorprendenti perché Davide trasforma in forza la sua condizione di più debole e più piccolo.
A differenza del gigante, che come il mercato liberista non sa riconoscere il proprio limite, i molti Davide dei movimenti delle economie diverse fanno del riconoscimento del limite la leva per giocare una sproporzione. […] L'impresa di Davide sta nel volgere a proprio favore la disparità facendone una dismisura positiva e creativa e ci mostra una posizione che è quella dei tanti gruppi e feti di movimenti che nel corso degli ultimi due decenni hanno costruito pratiche e sistemi differenti e resistenti all'interpretazione capitalistica del mercato, diversamente seppur in continuità con movimenti precedenti. Usando modalità inventive, "a partire da sé", strategie del quotidiano, capacità immaginativa e visione di un'economia riconnessa alla società e alla politica, come fionde e sassi hanno riaperto uno sguardo trasformativo sul mondo. Lo hanno fatto risignificando il consumo e la produzione, il lavoro e la vita associata, gli scambi di beni e gli scambi sociali, il fare società e gli stili di vita, il vicino e il lontano. Quelli del consumo e della produzione critica sono mondi pieni di donne che hanno portato spesso, forse al di là di una esplicita intenzionalità, molti guadagni di almeno due movimenti che hanno generato nuova soggettività nel secolo scorso: il movimento femminile e femminista e il movimento ecologista: il "partire da sé" come pratica politica e sociale e la centralità del quotidiano come strategie di riappropriazione e autodeterminazione delle scelte possibili e immediate, assieme alla ricerca di una nuova sintonia con il vivente, hanno certamente tessuto una trama delle molteplici e multiformi esperienze che abbiamo incontrato e ascoltato. Entrare in contatto e in relazione con alcune comunità di pratiche che compongono i laboratori delle economie diverse ha significato, per il gruppo delle ricercatrici e dei ricercatori, sentirsi impegnati con loro in un comune sforzo interpretativo: il rapporto con il territorio, con i saperi, con le forme del lavoro e le implicazioni ideali e politiche di gruppi di produttori e consumatori critici che con la loro iniziativa rappresentano una reazione di autodifesa della società, ma anche una persistenza di forme non capitalistiche di attività economiche e produttive, tocca e cambia le nostre prospettive teoriche.
Alla tendenza del biocapitalismo a "valorizzare" la vita delle persone a fini produttivi, le nuove narrazioni dell'economico di cui sono ben riconoscibili autrici e autori, oppongono una diversa valorizzazione delle persone e la creazione di spazi di soggettività, di crescita, di autonomia e offrono elementi su quali forme nuove stanno prendendo le relazioni sociali e le forme della politica. I protagonisti di queste storie reinterpretano l'intreccio tra bisogni e desideri, tra limiti e risorse, tra necessità e lussi, tenendo ferma la ricerca di un orizzonte di felicità e di responsabilità che parte dal piccolo ma non rinuncia al pensare in grande creativamente[…].
(da Prefazione:Il limite e la sproporzione. Nel mercato grande delle economie diverse di Atonia De Vita, pag. IX- XII)
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