Inventario dei manoscritti del Fondo Nazionale


Biblioteca Nazionale di Napoli - Sezione Manoscritti e Rari

Inventario dei manoscritti del Fondo Nazionale

Nel topografico del cosiddetto Fondo Nazionale, compilato a partire dal 1853, sono elencati tutti i manoscritti già presenti in Biblioteca prima del 1923, anno del trasferimento della stessa dal Palazzo degli Studi, ora Museo Archeologico Nazionale, all'attuale sede di Palazzo Reale, oltre ai successivi acquisti e doni, ad esclusione di alcuni carteggi. Essi appartengono a raccolte di grande prestigio, tra cui la più numerosa è senz'altro la Farnesiana, originata dalla Biblioteca romana di Palazzo Farnese, voluta dal cardinale Alessandro Farnese, poi papa Paolo III, ricca di un congruo numero di manoscritti greci. Il fondo degli agostiniani di San Giovanni a Carbonara, incamerato nel 1° agosto del 1800, ci ha trasmesso la ricca eredità della biblioteca degli umanisti Antonio e Girolamo Seripando, e soprattutto l'eredità culturale di Aulo Giano Parrasio, il dottissimo umanista cosentino, che aveva ricercato i codici in tutt'Italia. Altre raccolte di manoscritti furono immesse soprattutto per le diverse soppressioni di conventi napoletani o dell'Italia meridionale. Una grande mole di codici pervenne dai conventi francescani d'Abruzzo, altrettanto numerosi quelli dei monasteri di origine benedettina dei Santi Severino e Sossio, di Santa Maria di Monteoliveto, di San Lorenzo di Padula ed altri ancora. A questi si aggiunsero codici di altri enti religiosi: San Paolo Maggiore, San Domenico Maggiore, Santa Maria La Nova, Santa Maria in Portico, Concezione a Montecalvario, oltre a parte delle librerie gesuitiche. Tra le raccolte non ecclesiastiche non si possono dimenticare i codici del Fondo Albani, quelli di casa Borgia e i manoscritti di Ferdinando Vincenzo Spinelli, principe di Tarsia.

Riproduzione digitale in formato PDF degli inventari topografici del Fondo Nazionale
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